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Produttività

La produttività marginale come specchio della crescita

La produttività marginale è un concetto essenziale per valorizzare l’efficienza di un’organizzazione con l’incremento dei suoi fattori di produzione

Il team di Slack30 gennaio 2024

Il progresso della tecnologia e la sua adozione sempre più abituale nelle organizzazioni di ogni dimensione sta supponendo un motore di crescita storica per le aziende. Secondo il sondaggio Aixa Survey, condotto da Business International – Fiera Milano, per analizzare la percezione e il possibile impatto dell’adozione della AI all’interno delle aziende, il 71% dei manager considera l’intelligenza artificiale come la più importante opportunità di sviluppo del proprio business, e quindi un motore di crescita per la compagnia. Ma come si gestisce la produttività marginale di fronte a questo progresso?

In uno scenario come questo, il concetto di produttività marginale acquista sempre più importanza, dato che il personale di qualsiasi organizzazione ha più risorse a disposizione che mai. Ma davvero le aziende stanno vedendo aumentare la loro efficienza? Se così fosse, come potrebbero continuare a farlo combinando lavoratori e tecnologia?

In cosa consiste la produttività marginale?

Quando parliamo di produttività marginale ci riferiamo a un concetto economico che ha a che fare con il processo produttivo. Si tratta di un indice a cui ricorriamo per valutare e misurare ipotetici cambiamenti durante il processo produttivo quando si modificano le variabili che influiscono nello stesso. In questo modo, partendo da un’analisi possiamo conoscere i risultati della produzione in base a uno scenario concreto.

Il peso dei fattori produttivi nel processo si misura mediante la “legge di elasticità”, dato che l’incremento della produttività avviene quando aumenta uno di questi fattori. Allo stesso tempo, la produttività marginale è strettamente legata alla legge dei rendimenti decrescenti e al punto di equilibrio che dobbiamo raggiungere con l’aumento delle risorse.

La legge dei rendimenti decrescenti

Questa teoria si basa sulla produttività marginale e spiega che esiste una curva nella produzione legata all’incremento delle risorse -come i macchinari, il personale, il materiale, ecc-. L’aumento di queste risorse provoca un incremento inevitabile della produzione, anche se questa crescita si rallenterà a un certo punto indipendentemente dall’aumento stesso delle risorse a disposizione.

Esempio per capire il concetto di produttività marginale

Quando in un’azienda si fabbrica un numero determinato di prodotti e questo aumenta con l’introduzione di certe risorse -per esempio una fabbrica che produce computer e che assume più personale- osserviamo un aumento della produttività. Se continuiamo ad aumentare il personale, la produzione continuerà a incrementare fino a quando smetterà di farlo, perché la mancanza di spazio e di macchinari impedisce questa continua crescita.

Quando capiamo questo aspetto possiamo identificare due elementi: il punto di equilibrio, che è il momento in cui la crescita raggiunge il suo punto massimo e l’incorporazione di più risorse comincerà a essere inefficiente, e la produttività marginale, rappresentata per esempio da quell’incremento di computer fabbricati grazie a ogni nuovo lavoratore assunto. Si tratta di modificare una variabile per influire sulla produttività, così come spiegato dalla legge dei rendimenti decrescenti.

I tre fattori di produzione che intervengono nella produttività marginale

Tenendo in considerazione l’importanza delle variabili nella produttività marginale, conviene approfondire i diversi tipi di fattori che influiscono nella stessa. Sono quelli che in economia si conoscono come fattori di produzione, ovvero, gli elementi di cui dispone un’organizzazione per sviluppare la sua attività e stare nel mercato in modo competitivo.

Terra

Quando parliamo della terra come fattore di produzione facciamo riferimento a tutte quelle risorse naturali che abbiamo a disposizione per la produzione. Anche se sono necessarie in tutti i settori, esistono ambiti come l’energetico -combustibili fossili, energia eolica, solare- o il settore primario -agricoltura, pesca, allevamento- in cui questa variabile è particolarmente rilevante.

Lavoro

Il lavoro è una variabile che ricade esclusivamente sulle risorse umane. Si tratta di fattore della produzione completamente legato al personale, indipendentemente di quale sia la sua posizione nell’azienda -il che include anche il lavoro dei direttivi e dei gestori e le sue conseguenze nell’azienda a livello produttivo-.

Capitale

Infine, quando parliamo di capitale facciamo riferimento a una risorsa che va oltre l’aspetto puramente economico. Il denaro è un fattore che ha un certo peso nella produzione, ma il capitale include anche altri variabili come i macchinari, le installazioni e gli strumenti tecnici dell’azienda, che senza dubbio influiscono nella sua produttività. In definitiva, si tratta del capitale fisico di un’organizzazione.

Qual è il punto ideale nella produttività marginale?

Uno dei motivi per cui la produttività marginale risulta essere utile è perché aiuta a determinare qual è il punto ideale delle variabili. Qui entrano in gioco altri due concetti, come quello del ricavo marginale -l’incremento della produzione per ogni nuova risorsa moltiplicata per il suo valore- e il costo marginale -ovvero quello che investe l’azienda per quella nuova risorsa-.

Il punto ideale in questo caso si dà giusto nel momento immediatamente precedente a quando i benefici della produttività marginale iniziano a decrescere. Per esempio, quando l’incorporazione di un nuovo lavoratore incrementa il ricavo marginale in misura minore rispetto al lavoratore precedente. È il calcolo che permette di evitare la decrescita e, di conseguenza, l’inefficienza della produzione.

Come interferisce la tecnologia nella produttività marginale?

In molti settori economici, gli ultimi anni sono serviti per definire la tecnologia come il quarto dei fattori della produzione. Alla fine, si tratta di una variabile in più della produttività di un’organizzazione, che conviene tenere in considerazione, analizzarne l’impatto e stimare qual è il punto ideale della sua adozione.

Se esaminiamo nuovamente la definizione di produttività marginale, capiamo che si tratta di un incremento della produzione incentivato dall’aumento di una delle variabili produttive. La tecnologia può generare questa crescita senza modificare nemmeno uno degli altri fattori in gioco? In realtà è qualcosa che sta già succedendo nella maggior parte delle aziende.

Efficienza e produttività marginale nell’azienda

La relazione tra la produttività marginale e l’efficienza parte dalla base che la prima ci aiuta a calcolare il momento in cui la seconda inizia a decrescere. In questo modo, questo punto di equilibrio ci consente di fermare l’incorporazione delle risorse in uno solo dei fattori di produzione e di porre attenzione su un altro. È qui dove l’implementazione della tecnologia svolge un ruolo importante.

L’implementazione di strumenti nella produttività marginale

Sebbene la produttività marginale venga associata abitualmente alle risorse umane e agli strumenti fisici che compongono una azienda, sembra che stiamo affrontando un cambiamento di prospettiva di fronte a questo concetto. Il peso della tecnologia nell’efficienza produttiva di qualsiasi impresa è una realtà e, tenendo in considerazione questo aspetto, dove si trova l’equilibrio nel processo di crescita?

In ogni caso l’adozione di soluzioni digitali è assolutamente imprescindibile per garantire la competitività di qualsiasi compagnia attualmente. In questo contesto, Slack si presenta come un software che integra diversi strumenti attraverso la comunicazione aziendale, elevando il punto ideale della produttività marginale per impulsare la crescita della tua azienda.

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