Secondo uno studio, i lavoratori che non si adattano ai cambiamenti tecnologici possono essere licenziati dal loro posto di lavoro. Oggi, infatti, non esiste azienda che non utilizzi direttamente o indirettamente le tecnologie digitali. In tal senso, nel mondo frenetico della tecnologia web, è diventato necessario essere capaci di ospitare più siti web su un unico server. È qui che entrano in gioco i “virtual host” (fornitori di hosting virtuali).
In questo articolo spieghiamo nel dettaglio cosa sono e come funzionano i virtual host. Analizzeremo inoltre i vantaggi che offrono, i tipi disponibili e come si configurano sui server web più diffusi, come Apache, Nginx e IIS. Affronteremo anche il tema della sicurezza e forniremo esempi di casi d’uso in vari settori. È utile prendere nota!
Cos’è un virtual host e a cosa serve?
Un virtual host (o fornitore di hosting virtuale) è un metodo che consente a un server web di ospitare più siti sulla stessa macchina fisica, tramite l’assegnazione di nomi di dominio o indirizzi IP specifici a ciascun dominio. Questi consentono al server di identificare e eseguire il routing delle richieste in modo appropriato. In altre parole, i virtual host fanno in modo che un singolo server web funzioni come se fosse un server indipendente.
La principale utilità dei virtual host sta nella loro capacità di risparmiare risorse e di facilitare la gestione di più siti web. Invece di mantenere un server separato per ogni sito, è possibile consolidarli su un unico server, riducendo i costi e semplificando la gestione.
Quali vantaggi offrono?
L’utilizzo di virtual host porta una serie di vantaggi significativi:
- Efficienza delle risorse: ospitando più siti su un server condiviso, si massimizza l’utilizzo di risorse come lo spazio di archiviazione e la potenza di elaborazione.
- Risparmio sui costi: una minore necessità di server fisici individuali riduce i costi di hardware, energia e manutenzione.
- Facilità di gestione: la gestione centralizzata semplifica le attività di manutenzione e di aggiornamento del sito web.
- Scalabilità: è facile aggiungere nuovi siti web senza dover acquistare hardware aggiuntivo.
- Flessibilità: ogni sito web può avere la propria configurazione, come il software del server web e i database, consentendo una completa personalizzazione.
Quanti tipi di virtual host esistono?
Esistono diversi tipi di virtual host, ciascuno con caratteristiche e casi d’uso propri. Di seguito è possibile trovare un elenco dei principali tipi:
- Virtual host basati sul nome (Name-Based Virtual Hosts): in questa impostazione, il nome del dominio nell’intestazione HTTP della richiesta viene utilizzato per eseguire il routing della richiesta al sito web corrispondente. È il metodo più comune ed efficiente per ospitare più siti su un unico indirizzo IP.
- Virtual host basati su IP (IP-Based Virtual Hosts): in questo caso, a ogni sito web ospitato sul server viene assegnato un indirizzo IP unico. Ogni indirizzo IP è associato a un sito specifico. Anche se meno comune, è utile quando è necessario garantire la compatibilità con i browser obsoleti o con i sistemi che non supportano il routing basato sui nomi.
- Virtual host basati su porte (Port-Based Virtual Hosts): questa impostazione prevede che ogni sito web sia associato a una porta specifica dell’indirizzo IP del server. È utile quando si vogliono avere più siti web su un unico indirizzo IP, ma senza utilizzare il routing basato sui nomi.
- Virtual host con SSL/TLS (Secure Virtual Hosts): questi virtual host sono progettati per i siti web che richiedono connessioni sicure tramite HTTPS. Consentono di configurare certificati SSL/TLS individuali per ogni sito ospitato, garantendo una comunicazione sicura.
Come si configurano?
La configurazione dei virtual host varia in base al server web utilizzato. Di seguito viene fornita una breve descrizione della loro configurazione su alcuni server popolari:
- Apache: in Apache, sono configurati in file di configurazione specifici situati nella directory “sites-available”. È necessario definire ogni virtual host con il suo nome di dominio o indirizzo IP e, tra le altre opzioni, configurare la cartella principale del sito.
- Nginx: Per definire i virtual host, Nginx utilizza i file di configurazione situati nella directory “sites-available”. Ognuno viene creato come blocco di server e vengono specificati l’indirizzo IP e la porta.
- IIS (Internet Information Services): in IIS è possibile configurarli tramite il gestore di servizi Internet (Internet Services Manager). È necessario definire i singoli siti web e assegnare loro nomi di dominio o indirizzi IP.
È importante tuttavia consultare la documentazione specifica di un server web per avere istruzioni dettagliate sulla configurazione dei server virtuali caso per caso.
I virtual host sono sicuri?
Al momento di implementare i virtual host, una preoccupazione cruciale è quella della sicurezza. Di seguito abbiamo elencato alcune raccomandazioni che possono essere di aiuto quando si seguono le best practice in materia di sicurezza:
- Aggiornamenti regolari: è bene mantenere il server web e tutte le applicazioni aggiornate per ridurre le vulnerabilità note.
- Configurazione sicura: è bene assicurarsi che la configurazione del server web sia ben protetta e consentire l’accesso solo se necessario.
- Firewall e filtri: l’utilizzo di firewall e filtri di sicurezza è utile per bloccare il traffico indesiderato e prevenire gli attacchi.
- Sicurezza SSL/TLS: in caso di utilizzo di SSL/TLS, è bene assicurarsi di configurare e mantenere in maniera opportuna i certificati per garantire connessioni sicure.
- Controllo degli accessi: per evitare l’accesso non autorizzato, è consigliabile utilizzare password forti e impostare un controllo adeguato.
Esempi di casi d’uso
I virtual host dispongono di un’ampia serie di applicazioni in differenti settori. Tra questi:
- Hosting condiviso: le società di hosting li utilizzano per ospitare più siti web di clienti su un unico server.
- Piattaforme di blogging e CMS: piattaforme come WordPress li sfruttano per ospitare migliaia di blog su un server centralizzato.
- Multisiti aziendali: per una gestione più efficiente, le grandi aziende possono ospitare più siti web interni ed esterni su un unico server.
- Piattaforme di e-commerce: i negozi online possono utilizzarli per ospitare i loro siti web e assicurare transazioni sicure.
- Sviluppo e test: i team di sviluppo possono utilizzarli per creare ambienti di sviluppo e test isolati su un singolo server.
- Piattaforme di hosting su cloud: molti fornitori di servizi su cloud forniscono virtual host come parte della loro offerta per semplificare la distribuzione dei siti web.
- Siti con contenuto multilingue: i siti web con contenuto in più lingue possono beneficiare della flessibilità dei virtual host per gestire versioni in più lingue.
I virtual host sono oggi uno strumento essenziale nella gestione dei siti web. Garantiscono efficienza, risparmio e flessibilità, consentendo agli amministratori dei server web di ottimizzare le risorse e di offrire un’esperienza web di qualità. Tuttavia, per proteggere questi ambienti virtuali, è fondamentale mettere in atto solide pratiche in materia di sicurezza.
Anche Slack, come leader nella comunicazione aziendale, sfrutta la versatilità dei virtual host per garantire un servizio affidabile e accessibile alle aziende di tutto il mondo. La tecnologia che ne sta alla base permette a Slack di mantenere il funzionamento della sua piattaforma efficiente e completamente sicuro.
In breve, i virtual host sono uno strumento potente che promuove la moderna infrastruttura web. Una volta compreso il loro funzionamento e le best practice in materia di configurazione e sicurezza, è possibile trarre il massimo vantaggio da questa tecnologia per ospitare e gestire più siti web su un unico server.